Vi racconto la mia giornata sul lago di Como in bici, 25 chilometri pedalando lungo le spiagge a picco sull’acqua e toccando paesini deliziosi
Le mie avventure sul lago di Como non finiscono con la Greenway! Sono andata alla scoperta di questa zona, la mia seconda casa da sempre, anche su due ruote. Sono andata in bici lungo la costa del lago partendo da Menaggio fino a Sorico. L’itinerario si snoda sulla parte ovest del lago, dove i due bracci si uniscono, per poi terminare sulla punta all’estremo nord, detta anche alto Lario. Ma niente come una bella mappa può aiutarvi a capire! Ho pedalato accanto alle spiagge, a picco sull’acqua passando per molti borghi. Il tutto con tappe per fare tuffi rinfrescanti e godermi panorami fantastici. Allora, pronte per saltare in sella?

Prima di iniziare, voglio specificare una cosa: non è un itinerario solo ciclabile, una strada dedicata alle bici che da A ti porta dritta a Z. È più uno zig zag che si divide in tratti dedicati alle bici ma più spesso promiscui: percorsi ciclopedonali da condividere con le persone, o l’antica Strada Regina con le auto. Parliamo della Strada Statale in cui ci si reimmette più volte per brevi tratti. Fate attenzione perché avrete a che fare con guidatori folli su strade spesso molto strette. Detto questo, è un’esperienza davvero bella, perché la vista è da urlo e si scoprono scorci che io ad esempio, pur essendoci passata mille volte, in auto non avevo mai visto.

Ma iniziamo dall’ABC. L’itinerario è di circa 25 chilometri facili da percorrere, a parte qualche salitella. L’ho fatto in giornata andata e ritorno (quindi 50 chilometri in totale) perché la corriera, il mitico bus locale, non consente il trasporto di bici. Secondo me l’ideale è fermarsi per la notte e ritornare il giorno dopo. Non avevo una grande preparazione e alla fine stanchissima ma davvero felice. Sono partita alle 10 e ho fatto ritorno alle 19:30 con qualche pausetta bagno e pranzo al sacco.
La segnaletica non è delle migliori: se non c’è il cartello azzurro della ciclabile, cercate quello marrone con scritto “passeggiata al lago”, la ciclopedonale in pratica. La bici ideale sarebbe la mountain bike perché soprattutto nella seconda parte c’è dello sterrato. Per l’acqua da bere, durante tutto l’itinerario ci sono varie fontanelle per riempire la borraccia (niente plastica vero?).

Ora che vi ho dato le info base, passiamo all’itinerario. La parte che ho amato di più è stata fino a Cremia, dove si respira la quiete e l’eleganza tipica del lago di Como, con le maestose ville con accesso al lago, piccole spiagge e poca gente. In aggiunta, si pedala lungo la “strada vecchia”, la ex strada statale dell’era pre-galleria. Si affaccia sempre sul lago, è tranquilla e la vista meravigliosa.
Eccoci al via dunque! Partiamo da Menaggio (ve lo consiglio insieme ad altri paesi in questo articolo). Se siete in macchina, i parcheggi gratuiti sono sul lungolago vicino al minigolf, di fianco al lido e in Via Diaz, da dove inizia l’itinerario. Da Via Diaz si pedala per la ex strada statale a fianco di tre gallerie fino a raggiungere il paese di San Siro (non perdetevi la villa Gaeta, qui ha fatto capolino pure James Bond nel film “Casino Royale”).

Dopo San Siro c’è il tratto più lungo sulla statale (quindi attenzione) che dopo 2,5 chilometri vi porta prima ad Acquaseria, poi a Santa Maria e Molvedo. Da qui poi si arriva a un gioiellino vero e proprio, un minuscolo borgo che si chiama Rezzonico. A spiccare è il suo castello del 1300 con le mura merlate, ma fate assolutamente un giretto in questa manciata di vicoletti tra portici, una piazzetta e un porticciolo delizioso in cui il tempo si è fermato. Il tutto immerso in una poetica quiete.
Superato il parcheggio, sulla destra prendete la strada vecchia e non perdetevi la vista sul borgo, la più bella di tutta la giornata per me! Silenzio, qualche barca di turisti, una manciata di persone su una spiaggetta sassosa.

Pedalando si arriva a Cremia. C’è una piccola rotonda, voi scendete verso il lago, e se volete una pausa caffè fermatevi subito al bar Lo Scalo, molto carino. Da qui inizia un percorso ciclabile insieme ai pedoni. Ci sono piccole spiagge tranquille dove mi sono fermata a fare il primo bagno della giornata, con una vista bellissima e un’acqua sorprendentemente pulita (e fresca, anche se era agosto).
Se volete, un altro posto molto carino per fare il bagno (mi ci sono fermata al ritorno) è poco più avanti nel paese di Musso. Quando avete raggiunto l’imbarcadero (color rosa e con un tetto a punta) se proseguite dritte il percorso finisce, quindi dando le spalle all’imbarcadero risalite la stradina e riprendete la statale (attenzione perché è assai stretta).

Eccoci ora al borgo successivo, Dongo, famoso per la cattura di Mussolini. Facendo la passerella pedonale si arriva sul lungolago (la parte a fianco degli alberi dovrebbe essere ciclabile anche se la segnaletica è un po’ smunta). Si fa una breve tratto della passeggiata sul lago giusto per evitare la statale, e poi ci si reimmette. Ho pedalato sul marciapiede dove per fortuna non c’era nessuno perché, ripeto, meno si sta vicino alle macchine meglio è.
Passato il ponte sul fiume Albano si scende a destra in Via Cimitero, e lì in fondo c’è la spiaggia con un percorso ciclopedonale. Alla fine della spiaggia c’è il torrente, si risale a sinistra e si passa per via Roma. Proseguendo dritto si raggiunge un altro borgo delizioso….

Gravedona merita una tappa, e di sicuro una bella foto del panorama che si gode sul paesaggio circostante e sull’intero paese. Dopo il lungolago infatti si sale per uno stradone panoramico (ovviamente la bici l’ho spinta a mano, only the brave e io non sono brave). Arrivati al termine si riprende la statale e dopo la centrale elettrica, all’altezza dell’insegna dell’hotel Regina si gira a destra in Via Sorriso per tornare sul lago. Qui inizia un percorso molto bello che è praticamente tutto lungo la spiaggia, e diventa ciclopedonale fino a Domaso. Onestamente però questa parte dell’itinerario è quella che mi è piaciuto meno. Ci sono infatti molti campeggi affacciati sul lago e c’era davvero troppa gente per i miei gusti, almeno in alta stagione. In autunno sarà sicuramente molto più tranquillo.

Da Domaso si prosegue senza intoppi per Gera Lario. Qui si arriva al torrente, e se l’acqua non è alta lo si attraversa, altrimenti bisogna risalire e scendere dall’altra parte. Anche qui, sempre per la questione dei campeggi, il lato più pittoresco del lago di Como si perde, mia modesta opinione.
Siamo ormai alla fine del percorso, sulla punta estrema del lago di Como, il paradiso del vento e degli amanti di wind e kitesurf. Una volta ritornate sulla statale, a fianco c’è la pista ciclabile che in tutta tranquillità porta all’ultima tappa, Sorico. Se vi fermate per la notte godetevi il meritato riposo in riva al lago, altrimenti se siete pazze come me, ritornate con calma e tranquillità verso Menaggio. La cosa bella è che lo stesso percorso in senso inverso regala mille scorci diversi, e sul lago di Como sappiamo già che saranno sempre belli.


Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Fantastico! <3
Sì lo è veramente! Intenso e rilassante allo stesso tempo 🙂
E’ bene sapere che percorrendo la pista ciclabile da Nord verso Sud ci si trova diverse volte inseriti CONTROMANO nella circolazione ordinaria della Statale. Una volta addirittura contromano in galleria (presso La Gaeta- Menaggio).
Io non ho fatto nessun pezzo contromano, figuriamoci poi in una galleria!
Le parti da percorrere sulla strada statale stretta e molto trafficata sono tali che per lunghezza e pericolo vanificano quanto di bello c’è nel percorrere le piste cicloPedonali. Consiglio non è da rifare.
Scusa ma non sono d’accordo. Bisogna stare molto attente sulla strada statale, e l’ho specificato più volte, ma è comunque una bellissima esperienza, altrimenti il lago di Como non sarebbe così pieno di ciclisti. In caso, visto che parliamo di 25 chilometri, si può fare anche solo un tratto del percorso dove ci si sente più sicure, ma sconsigliarlo in toto mi sembra esagerato.