Steve McCurry is back! Avete presente il fotografo americano che ha immortalato la rifugiata afgana dagli occhi verdi? Ebbene è di nuovo a Milano con la mostra “Animals” che ho appena visitato. L’esposizione non solo è al suo debutto in anteprima mondiale, ma inaugura Mudec Photo, il nuovo spazio espositivo del Museo delle Culture. Qui si svolgeranno due mostre l’anno e una serie di attività legate alla fotografia. Posso dire che quando l’ho saputo ho avuto un orgasmo? Detto questo, avete tempo per vedere “Animals”, iniziata a dicembre, fino al 31 marzo. Vi aspettano 60 scatti, tra famosi e meno noti, che hanno come fil rouge le storie di vita quotidiana che legano animali e uomini a tutte le latitudini, dalla Mongolia agli Stati Uniti, dall’Etiopia alla Francia.

Fatemi aprire una breve parentesi. Il mio amore per la fotografia scoppiò grazie alla mostra milanese di McCurry a Palazzo della Ragione nel 2010. Già c’era, ma doveva ancora trovare forma. Ero appena tornata dal mio primo viaggio in solitaria in Cambogia, e i suoi ritratti così umani ed empatici capaci di catturare l’animo di persone, culture e tradizioni di tutto il mondo sono andati dritti al mio cuore. E anche se la prima volta non si scorda mai, “Animals” merita.
Il progetto nasce negli anni Novanta, quando McCurry documenta il disastro ambientale durante la Guerra del Golfo. Vediamo alcune delle sue icone, come gli uccelli migratori dagli occhi di brace sommersi nel petrolio, e i cammelli che attraversano il deserto sullo sfondo dei pozzi in fiamme. Non a caso il reportage ha vinto il prestigioso Word Press Photo.

In un unico affresco gli animali vengono raccontati nei più svariati ruoli che ricoprono nella loro convivenza con l’uomo: amati come compagni di vita (che siano cani, serpenti o topolini), utilizzati come fonte di sostentamento (cibo o lavoro), sfruttati nel modo più bieco. Le immagini si alternano dalle più leggere alle più dure ma senza mai cadere nella truculento (e ve lo dice una che potrebbe uccidere chiunque torcesse un pelo alla sua cockerina).
McCurry infatti sa raccontare storie difficili con incredibile tatto e delicatezza. Un esempio è il cane da pastore di razza Kuchi, legato su una bicicletta in Afghanistan. Purtroppo il suo coraggio e il suo amore incondizionato per il padrone lo rendono perfetto per i combattimenti. O ancora la leonessa sfinita nello zoo abbandonato di Kuwait City, il cui sguardo buca l’obiettivo.

“Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi” spiega la curatrice della mostra, Biba Giacchetti. “Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta.” Mai stata più d’accordo, soprattutto ora che siamo vicini al punto di non ritorno.
Tra i Paesi preferiti da McCurry ci sono India, Tibet e Afghanistan, che ha saputo raccontare come pochi grazie ai numerosi viaggi che fece fin dall’invasione russa. In mostra vediamo, tra le altre, l’immagine poetica di una donna in burqa fra le colombe, un uomo che rassicura il suo cane dopo un bombardamento che ha sepolto il suo taxi (mi ha rubato il cuore), un ragazzino che carica le pentole su un cammello, un altro armato di mitra nei territori di guerra con il suo pastore tedesco al seguito.

Se proprio vogliamo trovare un difetto a questa mostra, a mio parere è la mancanza di didascalie, si contano su una mano. Non so voi, ma dato che la fotografia si presta alle più libere interpretazioni, amo sapere cosa c’è dietro allo scatto, la situazione in cui è nato e via dicendo. Direi quindi che luogo e anno non bastano, bisognerebbe contestualizzare un po’ di più. L’esempio calzante e l’immagine dell’elefante che, in un centro di ripopolamento in Thailandia, sembra volersi accostare dolcemente a un ragazzo che legge seduto su una pietra. In realtà si sta semplicemente grattando. Ognuno ci vede quel che vuole, e forse il bello è anche questo.
Insomma non vi resta che andare e scoprire con gli occhi di McCurry il meraviglioso ma spesso crudelissimo rapporto che abbiamo con gli animali, e siamo sempre e solo noi a renderlo tale. Una ragione in più per amarli e trattarli con tutto il rispetto che meritano.

INFO UTILI
Dove
Museo delle Culture di Milano
Via Tortona 56, Milano (la metro più vicina è la verde M2, fermate Sant’Agostino e Porta Genova; altri mezzi sono gli autobus 90/91 e 68, tram 14)
Orari (16 dicembre 2018 – 31 marzo 2019)
lunedì 14:30 – 19:30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 09:30 – 19:30
giovedì e sabato 09:30 – 22:30
Ingresso
Intero 10 euro, ridotto 8 euro
Informazioni e prenotazioni: www.ticket24ore.it



Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Wow! Grazie per la notizia, sabato sono al Mudec a godermi la mostra! 🙂 Vedevo che sono disponibili anche le visite guidate, mi piacerebbe seguirla (come dici tu, anche a me piace conoscere la storia che c’è dietro una fotografia!) ma solo il giovedì sera. 🙁
E giovedì non puoi proprio? Beh in caso amen, ti piacerà comunque 😊