Fino a giugno a Milano c’è la mostra World Press Photo 2018: vi parlo di questi scatti intensi, a volte molto cruenti ma sempre tremendamente veri
Ogni anno la mostra World Press Photo in Galleria Carla Sozzani a Milano è un appuntamento imperdibile (termina il prossimo 10 giugno). Parliamo di uno dei più importanti premi di fotogiornalismo del mondo.
Giunto alla sua 61a edizione, premia i fotografi che nell’anno precedente hanno immortalato un avvenimento o un argomento di forte rilevanza giornalistica. Per intenderci: oltre 73.000 le immagini esaminate dalla giuria internazionale, quasi 4.600 i fotografi che hanno partecipato, solo 42 quelli selezionati.
Quest’anno il riconoscimento è andato a Ronaldo Schemidt con “Venezuela Crisis”, vincitore della foto dell’anno e del primo premio della categoria Spot News.

L’immagine del fotografo venezuelano mostra un ragazzo in fiamme, che scappa dopo l’esplosione di una motocicletta durante una protesta contro il presidente Nicolás Maduro, a Caracas. Vi rassicuro subito: è sopravvissuto, ha riportato gravi ustioni ma almeno è vivo. Parlando solo dal punto di vista estetico, per me questa foto è di una bellezza struggente, talmente surreale da far sembrare il poveretto una creatura soprannaturale o un supereroe dei fumetti. Rappresenta alla perfezione gli scatti del World Press Photo, che spesso ritraggono vicende, fatti e personaggi particolarmente “difficili” per usare un eufemismo. Ma sia che siano cruenti, sia che siano più “leggeri”, vanno sempre dritti al cuore

Ogni volta durante la mostra convivo con una strana sensazione: sono artisticamente felice per le splendide immagini, ma umanamente provata per la loro durezza. Detto questo vi consiglio di visitare l’esposizione, è un modo per essere consapevoli di quello che accade nel mondo grazie all’occhio (e al cuore) di bravissimi professionisti. Ora vi segnalo le tre foto che mi hanno colpito di più.
Al primo posto c’è quella di Anna Boyiazis che ha vinto il secondo premio nella categoria People Stories: per la tradizione, le ragazze nell’arcipelago di Zanzibar sono scoraggiate a imparare a nuotare. Il Progetto Panje gli dà l’opportunità di farlo indossando costumi coprenti, senza compromettere credenze culturali e religiose. Avrei potuto fissare per una vita il viso di queste ragazze, in estasi per il semplice fatto di essere in acqua. Quante cose diamo per scontate nella nostra vita quotidiana.

Al secondo posto metto la foto di Francesco Pistilli, che si è aggiudicato il 3° premio nella categoria General News Stories. L’inasprimento della cosiddetta “Via dei Balcani” verso l’Ue ha bloccato migliaia di rifugiati che tentavano di viaggiare attraverso la Serbia per iniziare una nuova vita in Europa. Molti hanno trascorso il gelido inverno in magazzini abbandonati, dietro la stazione ferroviaria principale di Belgrado. Qui vedete un ragazzo afgano in cerca di un futuro migliore, o meglio di UN futuro.

Al terzo posto c’è invece la foto di Adam Ferguson. Quella che vedete è Aisha, 14 anni: dopo essere stata rapita da Boko Haram, le è stata assegnata la missione di un attentato suicida, ma è riuscita a scappare e a trovare aiuto, come tante sue coetanee grazie a Dio. Erano state legate con degli esplosivi per farsi saltare in aria in zone affollate. Il progetto di questo fotografo ritrae le ragazze rapite dai militanti in Nigeria. Per lui il primo premio nella categoria People Stories.

Altre immagini che ho adorato sono quelle di Patrick Brown per Unicef sulla crisi dei Rohingya in Birmania, Neil Aldrigdge sulla sopravvivenza dei rinoceronti bianchi, Ivor Prickett sulla battaglia di Mosul in Iraq per “The New York Times”, Amy Vitale per il National Geographic sul centro di recupero keniota per elefanti.
I premi sono suddivisi in otto categorie distinte in “scatti singoli” e “storie”. Le categorie sono: Attualità, Ambiente, Notizie Generali, Progetti a Lungo Termine, Natura, Persone, Sport e Spot News. Quest’anno è stata introdotta la nuova categoria sull’ambiente, per documentare l’impatto dell’uomo, mentre è stata annullata la categoria Vita Quotidiana.
E se dopo tanta emozione avete bisogno di un momento di relax, raggiungete il terrazzo sopra la galleria, è una piccola oasi urbana!
Photo: courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano

INFO UTILI
Dove
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10, 20154 Milano (metro verde M2 Garibaldi)
Orari (13 maggio – 10 giugno 2018)
Tutti i giorni 10.30 – 19.30
Mercoledì e giovedì 10.30 – 21
Ingresso
5 euro biglietto intero, 3 euro ridotto (6 – 26 anni)

Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri