Vi racconto tutto quello che c’è da sapere per fare un viaggio in Transilvania, dalle città imperdibili ai trasporti (lentissimi), dai Carpazi ai castelli
Basta la parola “Transilvania” perché la mente corra a misteriosi paesaggi avvolti dal mito di Dracula. Una meta di viaggio affascinante, ma presa poco in considerazione nonostante sia a un passo dall’Italia. Io stessa non ci avevo mai pensato, eppure ci sono andata un po’ per scelta un po’ per caso, e dopo averci trascorso oltre un mese mi son detta: perché non l’ho fatto prima?! Vi agevolo quindi la mia personale lista di cose da sapere per farvi conoscere la Transilvania, e soprattutto per convincervi a partire! Oltre a essere bellissima, è infatti una meta sicura per noi viaggiatrici in solitaria: dando per scontate le normali accortezze, vi assicuro che il mio radar del pericolo non ha mai rilevato nulla. E poi le persone sono di una gentilezza indescrivibile… ve ne parlo qui sotto.

1 – Un mix di cultura ungherese, sassone e rumena
Questa è la prima cosa da sapere quando si arriva in Transilvania. Per molti secoli fino all’unificazione della Romania nel 1918, le sue vicende storiche furono strettamente legate all’Ungheria, da cui fu addirittura annessa nella seconda metà dell’Ottocento. I sassoni invece furono chiamati nel Medioevo per contribuire a difendere la frontiera orientale dalle invasioni tartare. Oggi le influenze di questa triplice convivenza si riscontrano a livello architettonico, culinario, linguistico: fanno parte del dna della regione insomma.
2 – Le città imperdibili nella regione sassone
Brasov, Sibiu e Sighisoara: sono le tre città che non possono mancare in un itinerario transilvano che si rispetti. Situate nella regione colonizzata dai sassoni nel Medioevo, hanno viuzze acciottolate, mura fortificate e splendide casette colorate. Ma ognuna ha la propria personalità. Nel mio cure ci sono i caffè bohémien di Brasov, la cittadella antica di Sighisoara, l’atmosfera fiabesca di Sibiu (la mia preferita). Queste città sono piuttosto vicine e raggiungibili in poche ore. Informatevi perché ci sono visite guidate gratuite (un’offerta di qualche euro al termine è cosa gradita).

3 – Il tasto dolente dei trasporti pubblici
Se non viaggiate in macchina, spostarsi non è facile per la carenza della rete dei trasporti pubblici, come nel resto della Romania, Paese ancora in via di sviluppo. Armatevi quindi di pazienza:ci sono pochi treni molto lenti, mentre i pullman sono più numerosi e veloci, ma pure la rete autostradale è messa maluccio a livello di lunghezza, per cui spesso vi troverete a percorrere strade di campagna. Raggiungere villaggi anche a pochi chilometri dalle città può essere assai difficoltoso. Per questa ragione, BlaBla Car spopola e l’autostop è lo sport regionale.
4 – Una gitarella sui Carpazi con lupi e orsi
La Transilvania senza i Carpazi sarebbe come il cielo senza stelle: questa catena montuosa è la sua via lattea. I boschi fittissimi ricordano le favole in cui famelici lupi ululavano alla luna. E la realtà non è molto diversa visto che li popolano tutt’ora. Attenzione poi perché la probabilità di incrociare un orso non è per nulla fantascientifica, con tutti i rischi annessi e connessi. Per quanto riguarda le escursioni, meglio evitare di farle da sole: se non si è pratiche della zona c’è il rischio di perdersi e trovarsi isolate.

5 – La gentilezza delle persone è da guinness
Liberatevi di tutti i pregiudizi sui rumeni perché non hanno nulla a che vedere con questa popolazione. Ovviamente c’è il bello e il brutto come in ogni Paese, ma io ho incontrato persone di una carineria estrema. Quando capiscono che sei straniero cercano di darti una mano in qualunque modo. A me ad esempio più di una volta hanno regalato il loro biglietto dell’autobus mentre scleravo davanti alle macchinette, e uno sconosciuto mi ha offerto una bottiglia d’acqua mentre mi scioglievo sotto il sole cocente. Se ti vedono apprezzare la loro terra, sono come riconoscenti.
6 – Se non visitate i castelli godete solo a metà
I castelli sono un tassello fondamentale per capire la Transilvania. Queste fortezze nel corso dei secoli hanno avuto il compito di difendere la popolazione dai più feroci invasori (ottomani, mongoli e chi più ne ha più ne metta). I “fantastici tre” sono quello di Bran (il “finto” castello di Dracula come lo chiamo io), quello di Rasnov e, il più bello e aristocratico di tutti, quello di Peles. Ve ne parlo in modo approfondito in questo post. Se siete in macchina sono facilmente visitabili in un giorno, altrimenti ve ne serviranno almeno due. Da prendere in considerazione anche un tour organizzato.

7 – Si schiatta in estate e si gela in inverno
Chissà come mai pensavo la Transilvania fosse più fredda dell’Italia, forse perché avevo in mente i freschi Carpazi, ma non è così. Il clima infatti è continentale. Quando sono arrivata a fine luglio c’erano 38 gradi. La nota positiva però è che di notte si dorme sempre bene (nella mia Milano ad esempio non c’è mai pace). Di contro, in inverno le temperature raggiungono anche i terribili -20/-30, quelli che ti fanno entrare in uno stato di ibernazione volontario. Una volta là, dovessero mancarvi dei vestiti (come è successo a me) sappiate che ci son molti negozi di seconda mano.
8 – Non c’è bisogno di rompere il porcellino
Il vostro salvadanaio rimarrà intatto. Fare la spesa ha costi irrisori, i trasporti pubblici sono decisamente a portata di mano, mentre l’alloggio in rapporto a tutto il resto è più caro. Gli ostelli in cui sono stata costavano tra i 12 e i 15 euro, non sempre con la colazione inclusa (se penso che in centro a Dublino ne avevo pagati 18). Mi sono trovata bene, a volte sono piuttosto piccoli ma per me è una nota positivissima, sono più intimi. Per quanto riguarda i ristoranti, andando in quelli di medio livello ho speso tra gli 8 e i 15 euro.

9 – Festival come non ci fosse un domani
Onestamente non immaginavo ci fossero così tanti festival. Dal punto di vista culturale la regione è decisamente molto vivace. Mai sentito parlare del Transilvania International Film Festival? È uno dei più importanti dell’Europa orientale. E dell’Untold? Anche questo è uno dei più noti eventi di tutto il continente per gli amanti della musica, dall’elettronica alla techno e non solo. Entrambi sono nati a Cluj. Mentre a Sibiu si è tenuto il festival delle arti medievali. Insomma ce n’è per tutti i gusti. E chissà quanti me ne sono persi.
10 – Il turismo di massa è ancora lontano
Nel mio viaggio in Transilvania ho incontrato turisti provenienti da mezzo mondo, ma non c’è ancora il business di massa che rovina tutto. Questo contribuisce a mantenere intatta l’autenticità della regione. La vita rurale poi è molto diffusa, ed è comunissimo vedere carri trainati da cavalli in mezzo alla campagna, e la vecchina con il fazzoletto in testa. Al tempo stesso però mancano alcune “comodità” cui noi viaggiatrici seriali siamo abituate (vedi la mancanza di mezzi di trasporto). Non tutti parlano inglese, come in Italia del resto, ma in un modo o nell’altro ci si intende sempre!.

CONSIGLI DI VIAGGIO
Il modo più pratico per visitare la Transilvania è atterrare all’aeroporto internazionale di Bucarest, che dista 170 km da Brasov per intenderci. Altrimenti nella regione ci sono gli aeroporti di Cluj-Napoca, Oradea e Sibiu, non sempre con voli diretti ed economici. Timisoara, che si trova però nella regione del Banato, può essere una convenientissima opzione, e da lì ci si sposta in treno.
CONSIGLI LETTERARI
– Assolutamente dal leggere “Lungo la via incantata” di William Blaker, una vero e proprio canto d’amore dedicato alla Transilvania, in cui ha vissuto per lungo tempo. Le sue parole sono pura poesia.
– Al momento sto leggendo “Fra i boschi e l’acqua” di Patrick Leigh Fermor, secondo libro della trilogia di questo scapestrato che negli anni Trenta lascia l’Inghilterra per andare a piedi a Costantinopoli. Nel volume passa attraverso la Transilvania.

Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Complimenti davvero.
Che carina che sei, grazie ❤