Viaggio a Napoli: manuale di sopravvivenza per turiste solitarie

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Vi spiego come sono sopravvissuta al cibo orgasmico, all’umanità irrefrenabile e alla cultura senza fine durante il mio viaggio nella famigerata Napoli

Vi tranquillizzo subito: ebbene sì, si può fare un viaggio da sole a Napoli e sopravvivere a scippi, agguati camorristici, montagne di spazzatura e a tutte le altre disgrazie a cui parenti/amici/televisione dicono andrete incontro.
Ci sono stata cinque giorni, più o meno in questo periodo due anni fa, poco prima di Natale, per smaltire un po’ di ferie arretrate. Fu Goethe a dire “Vedi Napoli e poi muori”? Ebbene, ero pronta a morire di questa dolce morte. Tengo a precisare che la mia conoscenza del Sud era limitata al Salento, per cui ero davvero curiosa di visitare uno dei suoi simboli prediletti. Cosa mi è successo in quei 5 giorni in cui l’ho girata in lungo e in largo da sola? Niente, me ne sono semplicemente innamorata.
Vi spiego dunque come sopravvivere alla bellezza struggente, al cibo celestiale e allo smisurato calore umano del famigerato capoluogo partenopeo.

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Si può sopravvivere dormendo sotto il cielo di Napoli?

Direi di sì. Io ho scelto un b&b che avevo trovato online, Robby’s House con due “b” (tutte le info sono in fondo nei Consigli di viaggio). Si trova nel pieno cuore pulsante del centro antico, una delle strade principali della Neapolis greca. Un ventre brulicante di umanità nel decumano maggiore, con alle spalle la malfamata Forcella. In effetti quando l’ho attraversata sono rimasta “colpita”, per così dire, dalla strettezza dei suoi vicoli bui, dai famosi “bassi” (piccole abitazioni a livello della strada) e dagli scooter che sfrecciavano selvaggi, ma andando dritta per la mia strada sono sopravvissuta anche lì. Diciamo che da sola (e forse nemmeno accompagnata) non ci farei un giro al calar della notte.

Si può sopravvivere al rinomato scippo napoletano?

Al mio rientro tutti mi hanno chiesto se non mi avessero rubato il portafogli. La risposta è stato un secco “NO”. Bastano le accortezze che adotti ovunque, nella tua città come nel resto del mondo, come avere la borsa e la macchina fotografica sempre a tracolla e sempre sott’occhio. Nel mio viaggio a Napoli sono sopravvissuta ovunque, durante la camminata che da Chiaia mi ha portato a Castel dell’Ovo (assolutamente da fare), sono sopravvissuta anche durante la scarpinata infinita attraverso un rione noto alla cronaca, Sanità. Se proseguite per almeno un paio di chilometri lungo una via che sembra portarvi nel Far West partenopeo, raggiungerete il Cimitero delle Fontanelle, dove magari voi resterete più di me: teschi e ossa ovunque, buio e umidità mi hanno fatto scappare poco dopo. Il pezzo forte è stato proprio il tragitto.

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Si può sopravvivere alla pizza più indimenticabile nella storia delle pizze?

Mhhh… ci vuole autocontrollo, io mi sono quasi ingozzata a morte da Vesi. Con una manciata di euro ho scoperto che basta una margherita per avere un orgasmo. Vi consiglio anche la famosa pizza “a portafoglio” (piegata in quattro parti) da Di Matteo, a pochi metri dal mio b&b. Nessuna pizza assaggiata in vita mia sarà mai paragonabile a quella di Napoli (e provincia, immagino). Ma non solo, Napoli è il paradiso del cibo di strada: passeggiare mangiando il tipico “strit fud” napoletano può diventare un vero e proprio hobby, soprattutto se amate la frittura come me. Mi sono letteralmente abbuffata: le zeppole di alghe, le montanare (pizze fritte che devono il loro nome alle merende povere dei contadini), il cuoppo di fritturine (un cartoccio con fiori di zucca, melanzane, gamberetti e chi più ne ha più ne metta), fino ai classici panzerotti e arancini.
Assolutamente imperdibile poi è una cena da Nennella, una trattoria nei quartieri spagnoli! Ecco i pezzi forti: pasta con patate e provola, zucchine alla scapece e mozzarella di bufala. Io in questo caso ero con un’amica, ma se non vi fidate ad andarci da sole (brutta fama hanno questi quartieri) in realtà si trova proprio all’inizio, e per le strade c’era un sacco di gente.

Si può sopravvivere alla scorpacciata di cultura partenopea?

Ecco, anche in questo caso il gioco si fa duro. A Napoli troverete più chiese e basiliche che a Roma! Solo nella zona di Via dei Tribunali, per citarne qualcuna, oltre al Duomo ci sono San Paolo, San Lorenzo e San Domenico Maggiore, senza contare l’imperdibile San Gregorio Armeno e Santa Chiara.
E poi ci sono i musei, da quello Archeologico Nazionale a Palazzo Reale fino a Cappella Sansevero, dove si trova l’imperdibile Cristo Velato (che io ho perso, ragione in più per tornare). Ed è proprio visitando il Museo del tesoro di San Gennaro che ho avuto la fortuna di assistere il 16 dicembre alla liquefazione del sangue del patrono… ahhh, il tempismo. Ero giusto nel Museo quando hanno avvisato che l’ampolla era stata spostata nel Duomo perché era avvenuto l’atteso miracolo (guardate il video). Così sono corsa subito e ho potuto vedere con i miei occhi il prodigio mostrato alla folla di fedeli commossi e la benedizione. Ripeto Non sono credente, ma essere presente in un momento così importante per Napoli e i suoi abitanti è stato toccante.
PS: attenzione, molti musei sono chiusi di martedì o mercoledì.

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Si può sopravvivere a uno dei panorami più belli del mondo?

Qui invece ho rischiato di non farcela… Salendo con la funicolare fino al Vomero, da Castel Sant’Elmo potete godere di un panorama che fa davvero male al cuore: l’intero golfo, dal Vesuvio fino a Posillipo. Per assurdo, una città caotica come quella di Napoli dall’alto di quel meraviglioso piedistallo perde tutti i suoi confusi rumori. Ero avvolta da un silenzio e da una calma quasi surreali. Si sentiva in lontananza solo il verso dei gabbiani, magari qualche cane che abbaiava, ma niente altro. Ai piedi del castello, il ventre della città con i suoi labirintici vicoli. Netta, precisa, come segnata da un righello, la cosiddetta “Spaccanapoli” (Via San Biagio dei Librai per la precisione), l’arteria che divide letteralmente in due il centro storico, dai quartieri spagnoli a Forcella.

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Ebbene sì, si può sopravvivere a Napoli, una città che non ha niente a che fare con la perfezione. Ha mille difetti, ed è qui che sta il suo fascino, perché sono proprio i difetti a rendere luoghi, persone e situazioni speciali, unici. Napoli è muri scrostati, è vociare, è vicoli bui. Napoli è caos, è panni stesi, è sregolatezza. Napoli è tormento, è sfrontatezza, è decadenza. Napoli è tutto questo, ma non solo. È genuinità, è passione, è un inno alla vita, alle emozioni lasciate a briglia sciolta.  A Napoli è come se l’umanità si presentasse in tutta la sua incontenibile potenza. Senza paletti, va dritta al dunque. Con il suo fare schietto e genuino, mostra irriverente lo sdegno per lo sfarzo e l’importanza che dà all’essenza. È una città dove si vive, e la vita vissuta veramente non è mai rose e fiori, ma ne vale sempre la pena.

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CONSIGLI DI VIAGGIO

Come arrivare

Da esterofila quale sono, sempre abituata a prendere aerei, sono andata con un volo Easyjet da Linate spendendo 100 euro, ma per metà prezzo sarei potuta andare in treno (le madonne che mi sono tirata per non averci pensato prima). La stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi tra l’altro è a nemmeno 10 minuti a piedi dal b&b! In ogni caso, sempre in stazione c’è la fermata dell’autobus per/da l’aeroporto (4 euro, acquistabile anche a bordo, 20/30 minuti di corsa, qui tutte le info). All’andata nessun problema, al ritorno dopo 45 minuti di attesa io e altri 3 disperati abbiamo condiviso un taxi (5 euro a testa). Ovviamente il tassista non ha fatto altro che parlare di Maradona. Manco a disegnarla Napoli sarebbe così!

Dove dormire

Da Robby’s House (in Via San Nicola dei Caserti 5) mi sono trovata bene. A parte la gentilezza, la stanza era grande, la casa pulita, e prezzo abbordabile. In cucina c’era tutto quello che serviva per fare colazione (inclusa nel prezzo). Unico neo, l’appartamento era un poco umidino ma ho apprezzato il fatto di stare in un tipico vicolo napoletano. La posizione poi è ottima, in fondo a Via dei Tribunali, in pieno centro storico.

10 commenti Aggiungi il tuo

  1. Mari ha detto:

    Grazie per questo mini reportage pieno di cuore! Non fa altro che accrescere la mia curiosità di visitarla 🙂 Pur amando immensamente il sud Italia, Napoli mi manca… mi sono fermata alla costiera e Pompei (ah, e Paestum, ma avevo sei anni, ricordo poco ma di quel viaggio ho una bellissima foto con mia madre). Insomma: tutto pare dire che si stia avvicinando il momento…

    1. Sono cascata a pennello insomma 😉 Direi che Napoli ti chiama, rispondi! Io voglio tornare, non so come non so quando, per visitare Pompei e la costiera amalfitana!!

      1. Mari ha detto:

        Scenari stupendi! Se posso dare un consiglio in caso decidessi di andare un ottimo investimento per visitare la costiera è il noleggio di un motorino: eviti le code interminabili che possono crearsi su quell’unica strada panoramica, puoi fermarti ovunque per fotografare scorci, ammirare il paesaggio da qualche belvedere e non devi pagare i parcheggi (che sono salatissimi!). Da Pompei sono uscita dopo sei ore di visita…e da vedere ce ne sarebbe stato ancora un bel po’!

  2. Grazie del consiglio ma se prendessi il motorino la mia visita finirebbe nei primi 5 minuti, non so nemmeno da che parte si comincia ahahah!!! Mi muoverei con i mezzi in caso. Essere italiana e non aver ancora visto Pompei è una vergogna di cui non vado fiera 🙁

  3. Grazie per ogni singolo rigo che hai voluto condividere col mondo 🙂
    Da napoletano mi hai sinceramente emozionato, così come mi emoziono ogni qualvolta un turista rimane “soddisfatto” della mia città, dopo aver toccato con mano quanto quel velo oscuro ed infamante che ci hanno ricamato sulle spalle sia ultra ingigantito per i comodi di qualcuno…Di cuore, Grazie!

    1. Sei tu che mi hai emozionato con queste bellissime parole 🙂

  4. Descrizione molto interessante, era già nei piani per il 2017, ora voglio andare a Napoli ancora di più 🙂 grazie!

    1. Scusami per questi 4 anni di ritardo, ma il tuo commento non mi era stato notificato via mail, l’ho recuperato ora! Spero Napoli ti sia piaciuta quanto è piaciuta a me 🙂

  5. Le tue parole hanno fatto onore alla mia città natale… mi è piaciuto moltissimo rivederla tra le tue righe. Mi sono sentita per un po’ a casa e una sensazione di calore mi ha stretto il cuore. Grazie per averne saputo cogliere l’essenza pura. 🙂 <3

    1. Ma grazie a te per le bellissime parole😍 Emozionare e far viaggiare con la mente è la più grande ricompensa per me❤ La tua città ha saputo tirare fuori il meglio😊

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